La mia opinione sul libro “FRIDA. Una biografia di Frida Kahlo”

Devo dire con tutta onestà che il libro di Hayden Herrera – Frida. Una biografia di Frida Kahlo mi ha catapultata nel Messico di quel tempo e soprattutto mi ha permesso di empatizzare con la donna che era Frida, fragile e forte al contempo. 

Prima di tutto l’autrice Hayden Herrera è una storica dell’arte, in particolare dell’arte sudamericana. Ha scritto molti articoli al riguardo che sono stati successivamente pubblicati e tradotti su molte riviste artistiche. Nel 2016 pubblica il libro su Frida Kahlo (1907-1954), ricco di informazioni sulla vita della pittrice messicana. Si tratta di una biografia narrativa che analizza ogni situazione da diversi punti di vista, contestualizzando anche il periodo storico senza essere né noiosa né pesante. 

Il suo modo di scrivere trascina il lettore all’interno della storia grazie alla semplicità e alla schiettezza del linguaggio e soprattutto al ritmo denso di fatti e riflessioni avvincenti. Inoltre aggiungo che le pagine del libro sono piacevoli da sfogliare, dato che la carta avorio è ruvida e morbida. Personalmente ho trovato questi due aspetti estetici molto favorevoli per la mia concentrazione.

La vita della protagonista viene raccontata dalla scrittrice, seguendo la cronologia della sua esistenza. Infatti il libro viene diviso in capitoli che affrontano in modo dettagliato ogni fase della sua crescita ed evoluzione artistica. Hayden recupera ed inserisce testimonianze di lettere scritte non solo da Frida ma anche da altre persone (artisti, amici, dottori, Diego stesso), descrive gli incontri che ha avuto con persone che l’hanno conosciuta ed è per questo che si riesce ad avere un’idea più precisa della persona che è stata.

Consiglio questo libro a coloro che vogliono capire un po’ più da vicino questo personaggio, come se fosse davanti a noi e dovessimo prendere un caffè assieme, perché questa è la sensazione che ho provato nel leggerlo. Quindi mi viene spontaneo immaginare di parlare con lei e chiederle di darmi alcuni consigli riguardo alla vita, come farebbe una zia, una nonna, un’amica. 

Ogni sua scelta viene dettata dal suo animo passionale e tormentato che la porta a compiere spesso degli errori, restando comunque sempre fedele a se stessa. E la sua arte è una conseguenza di tutto ciò. Nella vita soffre molto, a partire dall’incidente con il bus che le provoca vari traumi fisici non indifferenti. Per questo la pittura è per lei necessaria e dipinge sempre in momenti precisi della sua vita. Ed è veramente commovente il suo modo di raccontarsi: fa sembrare tutto freddo, crudo, lei addirittura si rappresenta poco espressiva.

Apparentemente sembra realizzare i suoi quadri con uno stile infantile perché incapace di far di meglio tecnicamente. Forse è vero, ma ciò che lei rappresenta è la storia che unisce la cultura messicana allo spirito e alla grinta di una donna, prima di tutto. 

Frida non si abbatte mai e va avanti con il sorriso sulle labbra. Spesso ironizza sui suoi mali e su quelli altrui e questo la fa passare per crudele e schietta, oserei dire macabra. Ma si sa: ciò che provoca, incuriosisce e, anche se ci infastidisce, ne vorremmo avere ancora un po’ .

Una delle parti che mi ha colpito in particolare è quando l’autrice si sofferma sulla Frida insegnante. La vedo madre e allo stesso compagna (in senso politico) verso i suoi allievi. Vi riporto la testimonianza di un suo alunno, già citata nel libro:

“Comparve all’improvviso come uno stupendo ramo in fiore, piena di allegria, gentilezza e fascino. La cosa era sicuramente dovuta all’abito da tehuana che indossava e che avrebbe portato sempre con tanta grazia […] Dopo averci salutato con calore […], ci disse: “ Bene, bambini, mettiamoci al lavoro; io sarò la vostra insegnante, non sono niente del genere, voglio soltanto esservi amica, non sono mai stata un’insegnante di pittura e credo che non lo sarò mai, perché continuo a imparare. Dipingere è sicuramente la cosa più straordinaria che ci sia, ma farlo bene è molto difficile, è necessario farlo, imparare molto bene la tecnica, avere un’autodisciplina molto rigida e soprattutto avere amore, sentire un grande amore per la pittura. Una volta per tutte vi voglio dire che se la mia esperienza di pittrice vi può in qualche modo servire sarete voi a dirmelo e che con me dipingerete tutto quello che volete e sentite. Cercherò di capirvi meglio che posso. Di tanto in tanto mi permetterò di fare qualche piccola osservazione sul vostro lavoro. Non vi prenderò mai la matita dalle mani per correggervi; voglio che sappiate, bambini cari, che al mondo non esiste un solo insegnante capace di insegnare arte. Farlo è davvero impossibile. Di sicuro parleremo a lungo di questa o di quella questione teorica, delle differenti tecniche usate nelle arti plastiche, di forma e contenuto in arte e di tutte le altre cose che sono strettamente collegate al nostro lavoro. Spero che con me non vi annoiate, ma se vi dovesse capitare, vi chiedo, per favore, di dirlo, va bene?”

E voi? Avete un libro da consigliarmi che vi ha trasmesso qualcosa in particolare?

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Se invece siete interessati al libro, vi lascio qua sotto il link.

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