Xilografia giapponese: che cos’è e perché nasce

La xilografia è unica, affascinante e spirituale. Già in passato avevo affrontato il tema dell’incisione su legno (clicca qui per leggere l’articolo dove parlo della xilografia).

Oggi però voglio spostare l’attenzione su una variante di questa tecnica, una sfumatura decisamente interessante. Ci troviamo in Giappone e ciò di cui voglio parlarvi in quest’articolo è la xilografia giapponese.

Siamo nel XVII secolo, conosciuto anche come periodo Edo, durante il quale il Giappone respira un’atmosfera di pace e tranquillità dopo una lunga fase di guerre. Ed è proprio in questo momento che viene praticata la xilografia giapponese o Ukiyo-e.

Si traduce letteralmente sia con “immagini del mondo fluttuante”, ovvero un mondo in continuo mutamento, sia con “immagini del mondo della sofferenza”, riferendosi al ciclo di nascita e di morte che i buddhisti vivono per la ricerca del nirvana.

Prima il mondo dell’arte era destinato alla nobiltà e al ceto religioso. Adesso la xilografia segue il cambiamento storico che sta vivendo il Giappone. I mercanti e gli artigiani sono i nuovi protagonisti e possono sia riconoscersi in questo genere artistico che permetterselo economicamente.

Vengono quindi raffigurante scene della vita quotidiana dove i protagonisti sono uomini, natura, animali, piante, paesaggi e non solo.

Spesso sono anche le ambientazioni interne ed intime a prendere il sopravvento, sempre sotto un velo di vitalità e leggerezza. Troviamo di conseguenze: le cortigiane (geishe) che si pettinano, che fanno il bagno; gli attori con le loro maschere mimiche e i loro vestiti; scene della vita sessuale, spesso censurate. Dunque viene rappresentato lo spirito e l’atmosfera che un uomo giapponese di quel tempo poteva vivere: la guerra era finita e ora la tranquillità e spensieratezza facevano parte di quel ciclo vitale inarrestabile pieno di piaceri e godimenti.

Utagawa Hiroshige, Il grande ponte Senju

Kitigawa Utamaro, Due ragazze mentre si pettinano

Utagawa Hiroshige, Suruga-cho

Che cos’è la xilografia giapponese e quali sono le sue caratteristiche?

La xilografia giapponese si contraddistingue anche e soprattutto per i suoi colori e le sue sfumature.

In Italia abbiamo Ugo da Carpi che risolve il problema della xilografia a colori con il chiaro-scuro, usando 4/5 tavole con colori piatti e corposi. Nella terra del Sol Levante la tecnica si evolve. Prima le stampe venivano colorate a mano, adesso i colori ad acqua vengono stampati su più matrici, che conferiscono alla stampa delle sfumature affascinanti. 

Tuttavia, il procedimento prevede la presenza di più figure per poter realizzare una grafica. C’è chi disegna, chi lo ricopia sul foglio trasparente, chi intaglia, chi stampa. In più, i progetti passano dal controllo della censura prima che vengano incisi sulla matrice. Una volta ottenuto l’ok, il team degli artisti può iniziare il procedimento dell’intaglio, in genere fatto su ciliegio. 

La figura dell’intagliatore non è da sottovalutare. Nello specifico, l’esperto incide la zona più difficile, il resto viene affidato agli assistenti. A questo punto, completato il lavoro dell’intaglio, si passa “il testimone” allo stampatore che esegue 15 copie in bianco e nero da mostrare poi al pittore, il quale indica come proseguire con i colori. Lo xilografo intaglia così tante matrice quanti sono i colori.

La fase dell’intaglio e dell’inchiostrazione fanno parte di un rito, un momento intimo per poter meditare e ritrovare la pace con se stessi. Nella cultura giapponese è più facile ritrovare aspetti simili, dove la componente spirituale ha un ruolo importante. Addirittura avevo letto che lo xilografo giapponese cambia il kimono a seconda della fase di lavoro che sta per affrontare. Decisamente un atteggiamento solenne e assoluto.

L’artista lavora in ginocchio e appoggia la matrice su un tavolo leggermente inclinato, con al suo fianco tutti gli strumenti necessari per praticare il rito xilografico.

L’arte del mondo fluttuante arriva in Europa dopo che il Giappone decide di aprire le sue frontiere al resto del mondo. Ciò comporta un’influenza reciproca con artisti europei a partire dagli impressionisti che rimangono colpiti se non folgorati dallo stile orientale. Questo fenomeno viene chiamato japonisme.

E voi? Siete rimasti affascinati dalle immagini di Utamaro, Hiroshige e Hokusai?

Katsushika Hokusai, Crepuscolo vicino Isawa nella provincia di Kai

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A presto!

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